E’ una tecnica che nasce dall’esperienza diretta della terapista tedesca Elisabeth Dicke, negli anni “30. Il massaggio connettivale è chiamato anche riflessogeno o metamerico, poiché si compie prevalentemente sul tessuto connettivo e si basa su un meccanismo di natura riflessa (riflesso cutiviscerale)  fra la cute e gli organi interni, i visceri e i distretti periferici.

Il tessuto connetivo corrisponde al veicolo per mezzo del quale il sistema nervoso si connette alle strutture corporee sopra citate. Questo meccanismo riflesso si spiega sulla base dello studio filogenetico dello sviluppo individuale dei vertebrati, ovvero della differenziazione del tessuto connettivo a livello embrionale. Il risultato di questa differenziazione viene definito “segmento primitivo”, somite o metamero.

Dal foglietto embrionale o germinale esterno, Ectoderma, hanno origine il sistema nervoso centrale e periferico-parte sensoriale degli organi di senso-cute e annessi-adenoipofisi- midollare surrenale. Dal foglietto intermedio, Mesoderma, derivano il tessuto connettivo-cartilagineo-muscolatura liscia e striata-sangue-vasi sanguigni-cuore-reni- gonadi-corticosurreni-milza.

Dal foglietto interno, Endoderma: rivestimento epiteliale del canale gastroenterico e del tratto respiratorio-tonsille-tiroide-paratiroidi-timo-fegato-pancreas- rivestimento epiteliale di ureteri e vescica. La tecnica si avvale principalmente di frizioni e trazioni della cute secondo schemi ben precisi.